Siria: chi sono i ribelli e il ruolo segreto della Turchia di Erdogan
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Direttore: Alessandro Plateroti

Siria: chi sono i ribelli e il ruolo segreto della Turchia di Erdogan

soldati

La complessa situazione in Siria: l’azione dei ribelli, la fragilità del regime di Assad e il ruolo strategico di Turchia, Russia e Israele.

La guerra in Siria è dominata da una moltitudine di attori, tra cui spiccano i ribelli di Hayat Tahrir al Sham (HTS), un gruppo nato dagli ex-qaedisti e guidato da Abu Muhammad al Juwlani. Sotto la sua leadership, il movimento ha adottato una strategia più pragmatica, cercando di ridurre le tensioni interne attraverso l’utilizzo di sigle ombrello come Fatah al Mubin, che fungono da punto di unione per diverse fazioni.

Le operazioni dei ribelli si distinguono per l’uso innovativo di droni-kamikaze, veicoli esplosivi e attacchi mirati condotti da unità speciali. Queste tattiche hanno messo in difficoltà le forze di Bashar al-Assad, già provate da una cronica carenza di risorse e supporto strategico da parte dei loro alleati tradizionali, Russia e Iran. La debolezza interna del regime si riflette anche nelle difficoltà economiche e sociali che continuano a devastare il paese.

Recep Tayyp Erdogan
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Il ruolo della Turchia e delle potenze regionali

La Turchia gioca un ruolo ambiguo nel conflitto siriano. Da un lato, Erdogan ha cercato un dialogo con Damasco, ma dall’altro sostiene le milizie alleate che partecipano alle offensive ribelli. Questo approccio consente ad Ankara di mantenere una posizione di forza sia militarmente che diplomaticamente, perseguendo i propri interessi strategici, in particolare la lotta contro i separatisti curdi.

Israele, invece, ha puntato a indebolire la presenza iraniana in Siria attraverso raid aerei mirati, colpendo le infrastrutture di Hezbollah e neutralizzando consiglieri militari di Teheran. Sebbene Tel Aviv non sembri desiderare un trionfo totale dei ribelli islamisti, ha stabilito un precario equilibrio per evitare conflitti diretti con le forze in campo.

Siria: le incertezze del futuro

Tra le incognite principali c’è la capacità dei ribelli di mantenere la coesione tra le molteplici fazioni e gestire i territori conquistati. Parallelamente, il regime di Assad si trova in una posizione sempre più fragile, privo del sostegno massiccio che aveva ricevuto dalla Russia nel 2015.

L’interesse internazionale si concentra anche sul futuro ruolo degli Stati Uniti, che si trovano in una transizione politica complessa. Con Donald Trump in arrivo alla Casa Bianca, cresce l’incertezza sulla presenza militare americana nella regione e sulla possibilità di un rinnovato focus sulla Siria.

La situazione rimane fluida e imprevedibile, con il rischio di un’escalation che potrebbe ridefinire ancora una volta gli equilibri geopolitici del Medio Oriente.

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ultimo aggiornamento: 1 Dicembre 2024 17:41

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